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Francesco Privitera, Pierre Briole (Etna)

By 6 février 2023février 22nd, 2023Non classé

La rete geodetica di base della mappa dell’Etna di Sartorius von Waltershausen

par Francesco Privitera (archéologue émérite, Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Catania)
& Pierre Briole (CNRS, département des Géosciences, UMR 8538)

Nel 1838, il 29enne Wolfgang Sartorius von Waltershausen, laureato in scienze naturali e fisica all’Università di Gotingen, allievo di Carl Friedrich Gauss, figlioccio di Goethe, e appassionato di geologia e mineralogia, si recò in Sicilia per studiare l’Etna in seguito a una precedente visita nel 1835. Vi rimase fino al 1843 e condusse numerosi lavori, alcuni anche in collaborazione con il collega astronomo, di quattro anni maggiore di lui, Christian Heinrich Friedrich Peters. Da questo soggiorno derivarono diversi lavori scientifici, in particolare una mappa di grande precisione dell’Etna, che fu successivamente utilizzata e talvolta migliorata da altri geodeti e geografi. La creazione della mappa richiese lo stabilimento di una rete di caposaldi geodetici a partire dai quali i vari punti di interesse (e.g. l’ubicazione dei numerosi crateri alla periferia del vulcano) vennero collocati mediante triangolazione. La mappa doveva inoltre avere una scala, il che imponeva lo stabilimento e la misurazione accurata di una linea di base. Descriveremo la rete geodetica di base creata da Sartorius, discuteremo la sua geometria e i criteri presumibilmente utilizzati da lui per stabilire questa rete, che, in particolare, mostra significative disparità di densità secondo il fianco del vulcano. Mentre tutti i punti della rete di base stabiliti sulle rocce, sulle diverse sommità (e.g. crateri) che circondano l’Etna, sembrano scomparsi, alcuni punti stabiliti su edifici potrebbero esistere ancora oggi, o almeno la loro posizione originale potrebbe essere determinata con un discreto grado di precisione. È improbabile che tale precisione possa permettere una misura del movimento tettonico nell’arco dei quasi duecento anni, nonostante l’alta velocità di questi (diversi centimetri/anno di scivolamento verso est della costa orientale). Tuttavia, potrebbe aprire la via ad altre applicazioni geodetiche e geografiche della carta volte ad evidenziare e discutere sopstamenti di vari oggetti (e.g. strade o torrenti) qualora queste variazioni superassero i dieci metri tra il 1840 e oggi.

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